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«Se ne va un sacerdote zelante»

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Messaggio Da °°))Gandy((°° Lun 06 Ott 2008, 17:49

Ai funerali del parroco di Sommatino il vescovo ha ricordato la figura di don Indorato

SOMMATINO. Si sono svolti ieri mattina nello spiazzale antistante la chiesa di Maria S. Addolorata, stracolma
di gente del luogo, i funerali di don Michele Indorato, parroco della stessa chiesa. A presiedere la messa solenne è stato il vescovo mons. Mario Russotto insieme ai presbiteri di tutta la diocesi.
Presenti ai funerali le più alte cariche civili, militari e politiche, nonché il sindaco di Sommatino dott. Salvatore
Gattuso e la sua Giunta, il presidente del consiglio Angelo Vinciguerra e il consiglio in toto. Presente ai funerali anche l’amministrazione comunale di Resuttano, considerato il fatto che don Michele ha trascorso ben oltre trent’anni del suo ministero sacerdotale in quel paese.
E c’era il consiglio d’amministrazione della Pro Loco di Sommatino guidata da suo fratello Giovanni Indorato.
Ad animare la liturgia eucaristica è stato il coro interparrocchiale sommatinese.
Il feretro di don Michele Indorato è stato poi accompagnato a spalla dai fratelli presbiteri con un corteo snodatosi per le vie della città fino al cimitero dove è stato seppellito nella tomba di famiglia dove giace
anche il fratello don Matteo Indorato.
Il vescovo Mario Russotto durante la sua omelia ha ricordato così don Michele Indorato: «E’ davvero un
momento di prova per la nostra diocesi e in modo particolare per il nostro presbiterio. Il Signore sta mettendo
a dura prova il nostro presbiterio e adesso sono tanti sacerdoti che in questi cinque anni ho conosciuto,
ho apprezzato e imparato ad amare,da quali ho sempre ricevuto attenzione,ma anche esempio del loro zelo
sacerdotale,della semplicità del loro servizio al Signore e alla chiesa.
A distanza di un mese due carissimi nostri sacerdoti di Sommatino sono tornati in cielo.
Padre Speciale il 30 luglio scorso e don Michele Indorato ora.
Sommatino resta particolarmente toccata da questo. Io mi sono chiesto cosa vuoi dirci Signore? Cosa vuoi dire
al tuo popolo di Sommatino?»
«Padre Michele - ha detto il vescovo - era venuto da me appena due giorni prima del mio anniversario di ordinazione episcopale, il 27 Settembre era in cattedrale con tutti i carissimi sacerdoti. Era venuto due giorni prima con la sua semplicità, a dirmi "Eccellenza devo dirle grazie per la sua fiducia e la sua stima, ma io ancora una volta voglio rinnovarle la mia disponibilità a lasciare tutto a rimettere ancora una volta nelle sue mani il mandato di parroco, tra l’altro a 75 anni il codice prevede questo, glie l’ho scritto e lei l’ha rifiutato, sono venuto a dirlo a voce"; ed io ho detto Michele continua fino a che il Signore ti da la grazia di lavorare e di servire, vai tranquillo,ed era proprio contento e diceva grazie grazie per la fiducia. Padre Michele è stato un zelante sacerdote, sempre discreto non ha mai calcato la scena,non ha mai cercato applausi. E così nei tanti anni in cui è stato parroco a Resuttano proprio nella parrocchia S. Paolo ha messo su anche la radio, ha
organizzato ogni cosa, perché voleva che arrivasse in ogni casa la parola di Dio, che gli ammalati sentissero davvero la carezza del Signore».

«Poi qui a Sommatino inserirsi in comunione con i sacerdoti di allora,l’arciprete La Greca e Padre Mantione
e adesso l’arciprete don Onofrio Castelli.
Quando parlavo di suo fratello Matteo - aggiunge il vescovo - e gli chiedevo di parlarmi di Matteo che non ho conosciuto, mi diceva: quello era un grande sacerdote, così con grande umiltà. Intanto don Michele era riucito a creare a Sommatino una bella comunità, unita nella semplicità.
Ha saputo cercare il Signore, lodare il signore, servire il Signore.
Padre Michele ci manca,ci mancherà il suo sorriso, la sua semplicità del suo cuore.
Nel frattempo non lascerò orfani,io non so ancora cosa e come pensare per la parrocchia Addorolata, intanto
nomino l’arciprete don Onofrio Castelli, amministratore parrocchiale,perché ci vuole qualcuno per firmare i documenti, poi nel frattempo pregheremo per trovare qualche degno successore di Padre Michele, perché
Sommatino ora più che mai è chiamato a vivere una aurora di Speranza».
CARMELO SCIANGULA

Fonte LA SICILIA del 01 Ottobre 2008
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